mercoledì 5 gennaio 2011

della trasparenza e dell'etica

L’etica non è di moda; oggi ogni considerazione morale è trascurata, dimenticata o, peggio, considerata con disprezzo “moralismo”; lo ritengo un segnale di involuzione e decadenza della società in cui viviamo che spesso pensa che il profitto sia l'unica misura di valore, che rende irrilevante ogni altra considerazione.
L'etica poi non va confusa con il diritto: comportamenti eticamente deplorevoli non sono necessariamente contrari alla legge.
La trasparenza è, in ambito amministrativo, una questione principalmente etica.
Tutte le società quotate in borsa pubblicano atti e bilanci su internet, hanno un codice etico e precise regole di trasparenza; nei paesi nordici (Svezia e Scandinavia in testa) la trasparenza è un requisito irrinunciabile di quello che viene chiamato "modello scandinavo".
Obama ha inserito la trasparenza nel suo programma elettorale ed anche il nostro governo punta sulla trasparenza nel suo piano nazionale anticorruzione.
Ha fatto scuola il District of Columbia, lo stato che ospita Washington e il territorio circostante, sede di tutte le principali sedi governative, oltre che della Casa Bianca, che ha reso disponibile su internet in tempo reale non solo il bilancio ma tutto quanto possa interessare ai cittadini in merito all'amministrazione.
La trasparenza è così importante nella società di oggi che oltre ad essere un principio presente in moltissime norme italiane è anche il tema di una specifica iniziativa dell'unione europea: ETI.
C'è un'importante organizzazione internazionale che ha come tema statutario proprio la trasparenza e c'è un importante studio della UE che ha come titolo: "Trust and Transparency" e esistono numerosi articolie saggi che hanno come argomento "Building Trust Through Transparency".

Insomma, ad informarsi bene sembra proprio che la trasparenza sia un valore e che la trasparenza passi attraverso la rete, la pubblicazione su internet.
Non basta rendere "accessibili" gli atti se poi le procedure per averli richiedono perdita di tempo, rispetto di determinati orari o altre ridicole clausole limitative.
Eppure c'è ancora gente che ha paura a pubblicare un atto pubblico sulla rete, non so bene se per malafede, ignoranza o chissà quale altro motivo.
Confesso che non sono davvero riuscito a capire le ragioni di questa opposizione; probabilmente è un mio limite. Mi sono sentito rispondere che "non si sa bene in che mani finiscono" ma a me sembra la storiella dell'uomo nero che si racconta ai bambini per farli stare buoni; se c'è qualcuno che ha argomenti migliori si faccia pure avanti nei commenti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il perchè dell'opposizione? semplice, se si pubblicano gli atti POI si è costretti a rispondere delle proprie azioni, a spiegare perchè si è aderito o si sono fatte determinate scelte, e spesso non si ha paura perchè si è commesso qualche reato, si ha paura PERCHE' tali scelte si sono fatte fidandosi dei colleghi o dell'amico o perchè così si andava a casa presto, infatti per fare delle scelte ponderate bisogna dedicare molto tempo a documentarsi, spesso bisogna affrontare argomenti estranei alla propria disciplina, e ho visto molti laureati ( non solo insegnanti) agire in modo superficiale, non perchè non avessero la possiilità o le capacità di documentarsi ma perchè "sono laureato in x, non in economia" "oppure "ho lavorato tutto il giorno, non ho voglia di leggere tutte quelle pagine la sera", EPPURE ci sono coetanei, neanche diplomati che dopo 12 ore di officina vanno a lezione di ragioneria o di lingue, per capire quale decisione prendere. Sapete dov'è la differenza, i primi hanno avuto sempre la possibilità di far prendere le decisioni algi altri, i secondi hanno sempre dovuto cavarsela da soli, rischiando di tasca loro.

il Cik

Tenar ha detto...

Parole sante

Anonimo ha detto...

"non si sa bene in che mani finiscono"

non ho ben compreso, intendono i soldi pubblici o gli atti?

f

Anonimo ha detto...

in questo caso, chi lo ha detto si riferiva agli atti.
Franco Manara

Anonimo ha detto...

certo, perchè i soldi pubblici si sa in che mani finiscono...
Mopani