Mi rifiuto di considerare normale che il consiglio di istituto debba approvare atti amministrativi senza nemmeno aver avuto la possibilità di esaminarli nella sua forma più completa. E proprio non riesco a capire, se tutto è in ordine, che problema ci sia nel darmi in visione i piani annuali e conti consuntivi. E siccome finora nessuno si è degnato di smentirmi per iscritto e pubblicamente, sono ancora più convinto che i conti debbano essere pubblicati. per legge.
Stiamo parlando di soldi pubblici, soldi delle nostre tasse; quasi un milione di euro affidati a funzionari che si rifiutano pervicacemente di far vedere i conti, forti del fatto che "risultano approvati dal revisore dei conti".
Peccato che il revisore, cui competono i controlli di regolarità amministrativa e contabile, rispetto al conto consuntivo non sia chiamato ad approvarlo bensì a formulare un parere con una relazione articolata (art 58 c.4) che, naturalmente, non è stata né letta né mostrata al consiglio.
Ognuno ha le proprie funzioni e il consiglio deve (o forse è meglio dire dovrebbe) svolgere le sue, diverse da quelle del revisore, tra cui "disporre in ordine all'impiego dei mezzi finanziari per quanto concerne il funzionamento amministrativo e didattico" (art. 10 c.2)
Di fronte alla sola presentazione di questa e questa tabella, da cui posso solo domandarmi da dove spunti quella cifra chiamata "disavanzo di competenza" e con che misteriosa formula sia stato calcolato il "totale a pareggio", mi sarei aspettato un fremito di indignazione. Invece nulla. Approvato.
Eppure il consiglio ha il potere e la forza di esigere che i conti vengano resi disponibili; basterebbe minacciare con fermezza di non voler votare l'approvazione del consuntivo fino alla loro pubblicazione. Si poteva tranquillamente discutere e votare il consuntivo in una seduta successiva, visto che, proprio una settimana prima, la scadenza era stata spostata al 31 maggio.
è un problema morale, una questione di principio: non puoi chiedermi di approvare dei conti che non ho nemmeno la possibilità di esaminare. Se accettiamo che questo accada nel giardino di casa nostra come possiamo ancora sperare un una società migliore?
Come facciamo ad indignarci di fronte ai grossi scandali se nel nostro piccolo giriamo la testa e fingiamo di non vedere?
Non posso restare un minuto di più. Dimissioni. Immediate. Irrevocabili.
Che ognuno si assuma le proprie responsabilità e se qualche altro consigliere vuole esprimere le proprie considerazioni a riguardo, il blog è aperto.
Stiamo parlando di soldi pubblici, soldi delle nostre tasse; quasi un milione di euro affidati a funzionari che si rifiutano pervicacemente di far vedere i conti, forti del fatto che "risultano approvati dal revisore dei conti".
Peccato che il revisore, cui competono i controlli di regolarità amministrativa e contabile, rispetto al conto consuntivo non sia chiamato ad approvarlo bensì a formulare un parere con una relazione articolata (art 58 c.4) che, naturalmente, non è stata né letta né mostrata al consiglio.
Ognuno ha le proprie funzioni e il consiglio deve (o forse è meglio dire dovrebbe) svolgere le sue, diverse da quelle del revisore, tra cui "disporre in ordine all'impiego dei mezzi finanziari per quanto concerne il funzionamento amministrativo e didattico" (art. 10 c.2)
Di fronte alla sola presentazione di questa e questa tabella, da cui posso solo domandarmi da dove spunti quella cifra chiamata "disavanzo di competenza" e con che misteriosa formula sia stato calcolato il "totale a pareggio", mi sarei aspettato un fremito di indignazione. Invece nulla. Approvato.
Eppure il consiglio ha il potere e la forza di esigere che i conti vengano resi disponibili; basterebbe minacciare con fermezza di non voler votare l'approvazione del consuntivo fino alla loro pubblicazione. Si poteva tranquillamente discutere e votare il consuntivo in una seduta successiva, visto che, proprio una settimana prima, la scadenza era stata spostata al 31 maggio.
è un problema morale, una questione di principio: non puoi chiedermi di approvare dei conti che non ho nemmeno la possibilità di esaminare. Se accettiamo che questo accada nel giardino di casa nostra come possiamo ancora sperare un una società migliore?
Come facciamo ad indignarci di fronte ai grossi scandali se nel nostro piccolo giriamo la testa e fingiamo di non vedere?
Non posso restare un minuto di più. Dimissioni. Immediate. Irrevocabili.
Che ognuno si assuma le proprie responsabilità e se qualche altro consigliere vuole esprimere le proprie considerazioni a riguardo, il blog è aperto.